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La difficoltà dei casi di appropriazione indebita è legata, spesso, al fatto che vanno dimostrati elementi senza i quali non si potrebbe affatto parlare di appropriazione indebita, ma di semplice furto. Fra gli elementi da dimostrare, quello che spicca maggiormente è quello dell’intenzionalità, nel senso che il colpevole era perfettamente cosciente di ciò che stava facendo e ne aveva la piena intenzione.
Questo significa che, in un’eventuale processo per un reato del genere, questo elemento rappresenta una parte fondamentale.
-I problemi nella dimostrazione dell’appropriazione indebita.
L’essenza che caratterizza l’appropriazione indebita nella maggior parte dei contesti aziendali è che il colpevole ha avuto accesso ai soldi e ai beni di un’azienda ed è stato in grado di raggiungere i furti nel tempo alterando i beneficiari di assegni, le fatture dei venditori o altri tipi di documenti contabili, in modo da consentire il pagamento delle somme direttamente a lui. Questo, a sua volta, crea un doppio problema di prova. Infatti, in primo luogo, l’accesso ai documenti contabili e ai fondi è stato, spesso, affidato volontariamente all’autore dal datore di lavoro, quindi, il facile compito di provare il furto dimostrando che il criminale ha ottenuto l’accesso alla proprietà tramite furto non funziona. Naturalmente, la prova che il denaro è stato convertito è l’elemento vitale che deve essere dimostrato e, infatti, rintracciare così le fonti di denaro, spesso, comprende la maggior parte delle prove in casi di appropriazione indebita.
In secondo luogo, poi, gli stessi documenti contabili che, normalmente, dimostrerebbero in giudizio che il furto è avvenuto e che sono stati presi i soldi, sono distorti abbastanza spesso dall’appropriazione indebita e possono nascondere le attività in atto. Questo vuol dire che, a meno di non ottenere una confessione, si deve dimostrare laboriosamente il furto con un controllo completo, per poi confrontare quella contabilità con i registri effettivi mantenuti o cambiati dal colpevole. Inoltre, si deve dimostrare che la falsificazione dei documenti o l’uso improprio di denaro sono stati intenzionali, non puro caso.
-La difficoltà nel dimostrare l’appropriazione indebita.
Non è affatto impossibile dimostrare l’appropriazione indebita intenzionale, ma il problema è che richiede molto tempo ed anche l’assistenza di esperti in grado di testimoniare in tribunale e, poi, è costoso. Inoltre, si riscontra che molti sono imbarazzati dall’appropriazione indebita e temono che la reazione dei clienti e dei concorrenti possa ulteriormente danneggiarli negli affari. Ciò è particolarmente vero negli uffici professionali, come gli uffici contabili, i medici, gli uffici legali, ecc. Si tratta, infatti, di posti dove la vittima ha la preoccupazione che un cliente o un paziente possa concludere che un contabile che non può mantenere i propri registri contabili con precisione, non è affidabile neanche per il resto.
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Il desiderio di evitare la pubblicità, combinato con la difficoltà di successo in tribunale, porta molte vittime a concludere che la discrezione sia la cosa migliore e che bisogna fermare il colpevole, ma senza cercare di raggiungere altri obiettivi. Questo, a sua volta, consente alla maggior parte dei malintenzionati di continuare le loro azioni sbagliate da una società all’altra.
Quindi, il fatto che il datore di lavoro esiti a causa della difficoltà e dei costi di perseguire l’appropriazione indebita, può sembrare che questa particolare forma di furto sia quella che consente solitamente al colpevole di avere successo e, quindi, alla vittima di non avere giustizia.
Tuttavia, non è sempre così, in quanto un’azione vigorosa e intelligente può portare, spesso, ad un raggiungimento della giustizia e alla realizzazione di una restituzione significativa.
-Giustizia per l’appropriazione indebita.
Come in ogni progetto, la chiave per ottenere un giudizio contro il colpevole di un reato di appropriazione indebita è un’attenta pianificazione e una valutazione realistica di come raggiungere il proprio obiettivo. E, come per ogni piano, un fattore primario in un risultato positivo, sta definendo precisamente quali sono gli obiettivi. Ci si chiede, quindi, se si vuole la restituzione o la giustizia.
Porsi questa domanda non è inutile e, infatti, il fatto triste è che molti colpevoli di appropriazione indebita non sono ricchi, ma combinano i loro furti con uno stile di vita che, spesso, si traduce nello spendere tutto ciò che hanno (spesso, più di quello che hanno).
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Molti iniziano le loro attività perché hanno dei problemi e iniziano a “prendere in prestito” denaro dal proprio datore di lavoro, pensando di poter rimborsare presto i soldi. Almeno questo è ciò che dicono a loro stessi e, molto spesso, ci credono davvero. Il problema è che c’è la tendenza a diventare arroganti e incuranti di ciò che stanno compiendo, tanto che la stragrande maggioranza di chi commette questo reato viene scoperto quando si ammala o è in vacanza, e i registri contabili vengono esaminati dal capo o da un lavoratore temporaneo in ufficio e vengono trovati errori. È a quel punto che le decisioni chiave devono essere prese.