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Anche se il furto e l’appropriazione indebita sono due reati che si somigliano molto, in realtà, le differenze fra di loro sono molte, per cui è necessario insistere su questo, in modo da non fare confusione e capire ciò che li caratterizza nel momento in cui si ha a che fare con uno di essi o con entrambi. Per tale motivo, se si dovesse essere coinvolti in reati del genere, è sempre consigliabile rivolgersi ad un avvocato che abbia esperienza in casi di questo tipo.
-Appropriazione indebita e furto: c’è differenza?
In senso generale, appropriazione indebita e furto sono reati simili poiché entrambi riguardano beni che non appartengono a chi li ruba. Ciascuno dei crimini contiene tre elementi essenziali che devono essere dimostrati in modo soddisfacente affinchè si possa condannare qualcuno.
Per quanto riguarda l’appropriazione indebita, questi elementi si riferiscono al fatto che l’imputato deve essere stato in una posizione di fiducia e ha ricevuto in custodia i beni di qualcun altro: l’imputato ha convertito quei beni per il proprio uso, prendendoli, nascondendoli o facendone qualsiasi altra cosa; l’intento dell’imputato deve essere stato quello di togliere definitivamente quei beni al proprietario.
Per quanto riguarda il furto, invece, questi elementi si riferiscono al fatto che l’imputato deve aver erroneamente preso un oggetto appartenente a qualcun altro senza il permesso di farlo; è necessario che i beni siano stati tolti al proprietario e trasferiti in un altro luogo, in modo che l’imputato ne abbia fatto uso; l’intento dell’imputato deve essere stato quello di prendere i beni per poterne definitivamente detenere la proprietà dal legittimo proprietario.
Nel determinare le differenze tra i due reati, il contrasto principale può essere trovato guardando il primo elemento di ciascuno. Per appropriazione indebita, infatti, l’imputato si trova in una posizione di fiducia e confidenza con i beni in questione, al contrario del furto che, invece, è commesso da una persona senza alcun coinvolgimento o autorità su qualsiasi aspetto della proprietà, ma si tratta di un atto completamente illegale di qualcosa.
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Sia l’appropriazione indebita che il furto, però, possono essere forme di furto, dal momento che entrambi contengono incassi illegali, anche se con il furto è necessario che la proprietà sia spostata fisicamente e trasferita per essere posseduta dall’imputato. Questa è un’altra differenza dall’appropriazione indebita perché questa, spesso, implica l’inganno della contabilità, senza spostare fisicamente nulla.
Alcuni esempi di questi crimini possono rendere ancora più evidente la differenza. Se si considera, ad esempio, un dipendente di un negozio di alimentari, si possono vedere questi contrasti in modo netto.
Si presume che il responsabile di un reparto sia responsabile di ciò che c’è in quel reparto. Se dovesse uscire dal negozio con qualcosa che ha preso da quel reparto, vorrebbe dire aver tolto qualcosa da un reparto che doveva supervisionare, per cui ha commesso appropriazione indebita. Ora, se la stessa persona entra in un diverso negozio di alimentari e prende la stessa cosa che ha preso nel reparto di cui è responsabile, l’accusa per lui sarebbe quella di furto.
In entrambi i casi, la stessa persona sta uscendo dalla porta di un negozio di alimentari con la stessa cosa, ma nel secondo negozio non ha obblighi o responsabilità per quello che ha preso. Questo è ciò che separa i due reati.
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In alcuni Stati, le linee guida di condanna seguite per una persona condannata per appropriazione indebita sono quelle usate per il furto. Questo accade perché, nel difendere questi casi, non ci sarebbe una differenza significativa nel modo in cui vengono difesi, in quanto entrambe le accuse coinvolgono elementi essenziali e c’è lo sforzo di cercare modi in cui quegli elementi non potrebbero essere soddisfatti.
Ci si chiede cosa succede se si stanno solo prendendo in prestito dei beni e si intende restituirli o ripagarli in seguito. In realtà, per farsi giudicare colpevole di appropriazione indebita, non è necessario aver beneficiato personalmente della conversione dei beni, in quanto la conversione richiede l’esercizio del controllo sulla proprietà personale di un altro. Il fatto che si intendesse ripagare la proprietà personale indebitamente sfruttata non è una giustificazione, in quanto il reato sussiste nel momento in cui la persona addetta alla custodia dei beni decide di usarli diversamente da quello che aveva concordato con il vero proprietario di quei beni.
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A volte, è l’intento che può essere discusso, mentre altre volte è messa in discussione la componente di permanenza. Inoltre, ci sarebbe il monitoraggio di prove e testimonianze alla ricerca di situazioni che contraddicono, non corrispondono o vengono ottenute in modo illegale. Ciò può portare all’eliminazione delle prove dal registro e alla caduta occasionale delle accuse.
Un’altra difesa efficace, quando altre strade non producono risultati desiderati, è quella di avviare trattative di patteggiamento, che possono portare a punizioni più piccole, in termini di condanna e multe.