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Quando si parla del reato di appropriazione indebita, spesso, lo si confonde con altri reati, come possono essere quello del furto o della truffa.
Le cose, in realtà, non stanno così, in quanto nel caso di reati come il furto e la truffa, sin dall’inizio tutto è caratterizzato dall’inganno con cui si svolge il tutto, cosa che non si verifica nell’ambito dell’appropriazione indebita, in quanto in questo caso si parte dal gesto legale di affidare a qualcuno denaro o altri beni, in modo che li custodisca e, in seguito, li restituisca. L’illegalità della situazione, invece, si verifica quando la persona decide, intenzionalmente, di non voler più restituire quello che gli è stato affidato in precedenza, decidendo di tenerlo per sé, traendone profitto e facendo in modo che risulti suo.
È a questo punto che scatta il reato di appropriazione indebita e chi ne è coinvolto deve affrontare un processo penale, considerando che si tratta di un reato penale.
-Cosa si indica con appropriazione indebita?
L’appropriazione indebita è un reato che coinvolge il prendere in modo illegale qualsiasi proprietà che è stata affidata ad una persona, per poi decidere di privare il proprietario di quella stessa proprietà. È proprio questa idea di un rapporto di fiducia che differenzia l’appropriazione indebita dal semplice furto.
Il reato di appropriazione indebita, inoltre, in quanto crimine contro la proprietà, richiede l’esistenza concatenata di quattro elementi: la ricezione legittima, da parte di un soggetto attivo, di denaro o altri beni; l’oggetto ricevuto con un titolo legale che richiede al destinatario di darlo ad un altro; il soggetto che, successivamente, se ne appropria per trarne profitto; il danno alla proprietà di una persona.
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I cinque elementi che caratterizzano l’appropriazione indebita.
Nel parlare di appropriazione indebita, si può dire che ciò che caratterizza questo reato è riassunto in cinque elementi. Il primo elemento si riferisce alla ricezione di denaro o di altri beni che siano in deposito, commissione, amministrazione o abbiano qualsiasi altro titolo che indichi l’obbligo di restituzione.
Il secondo elemento riguarda il titolo con cui vengono ricevuti il denaro o gli altri beni, titolo che deve originare l’obbligo di riconsegnare ciò che è stato affidato in precedenza, il che vale anche nel caso del denaro, che genera il reato di appropriazione indebita, nonostante la sua natura fungibile, quando è stato consegnato per uno scopo specifico a cui non è destinato.
Il terzo elemento si riferisce al fatto che l’azione criminale, quella che giustifica l’illegalità criminale, è definita dal fatto che si vuole fare danno ad un altro. È determinato dall’uso illecito da parte dell’agente della fiducia latente nell’atto dell’accordo di base, consistente nelle opportunità viste e nei benefici derivanti dal possesso delle cose o oggetti e, allo stesso tempo, nel tradire la lealtà e violare gli obblighi derivanti dal rapporto legale che è stato fatto, modificando il possesso originale, collegato a scopi predeterminati, in modo apertamente illegale e offensivo per coloro che sono in attesa della restituzione.
Il quarto elemento, invece, si ricollega al doppio risultato di arricchimento rispetto al soggetto attivo e all’impoverimento del patrimonio danneggiato.
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Il quinto elemento, infine, si riferisce al fatto che il danno deve concordare con l’azione descritta, nel senso che ci deve essere consapevolezza e volontà per quanto riguarda i vari elementi oggettivi già riferiti, cioè la coscienza e la volontà che, per il denaro o gli altri beni, c’è stato l’obbligo di consegnarli, restituirli o destinarli allo scopo per il quale è stato determinato e che quest’obbligo è stato violato con un atto di appropriazione.
- Quando si consuma il reato di appropriazione indebita?
Per quanto riguarda il momento in cui avviene la consumazione del reato di appropriazione indebita, il caso della sottrazione di denaro o di altri beni ha luogo dal momento in cui non è data la sua destinazione, vale a dire a partire dal momento in cui avrebbe dovuto essere data una tale destinazione concordata e il debitore non adempie ai suoi obblighi, mantenendo il possesso di denaro o i beni a suo beneficio.
È necessario che, per la consumazione del comportamento illecito, si raggiunga un punto di non ritorno, per esempio, quando si spendono soldi ricevuti o usati in modo diverso da come concordato e non, quindi, con l’uso temporaneo o l’esercizio errato o addirittura illecito, delle facoltà conferite, per cui è necessaria l’attribuzione al denaro di un destino diverso da quello previsto all’inizio e con continuità nel tempo.
È il comportamento illecito, che ha già raggiunto un punto di non ritorno ed implica una violazione definitiva dell’obbligo di restituire la cosa per la destinazione concordata ad essere l’azione tipica di questo reato. È il “punto di non ritorno” che distingue il semplice uso improprio, una forma di appropriazione di uso non penale, dal reato di appropriazione indebita in senso proprio.